Le intense piogge primaverili e l’arrivo dei primi caldi, coincidono sempre con la “rinascita” di un ospite poco gradito a molti di noi… la zanzara!
La zanzara è un insetto ematofago (si nutre del sangue dell’ospite) e risulta essere il vettore di un parassita che causa una patologia importante e pericolosa (se non diagnosticata), la Filariosi cardiopolmonare.
La Filariosi è una malattia parassitaria che si distingue, per la presenza a livello delle arterie polmonari e del cuore di vari ospiti definitivi (carnivori in genere), di elevate quantità di vermi (nematodi) lunghi circa 12-32 cm.
È una malattia assai diffusa in Italia ed in tutte quelle aree geografiche, dove le condizioni climatiche consentono lo sviluppo “endemico” dell’ospite vettore (zanzara). Optimum di °T superiore ai 20 °C.
Diverse specie di filarie infestano i carnivori, appartengono all’ordine delle Spirurida e quella più diffusa è la Dirofilaria Immitis, agente eziologico della Filariosi cardiopolmonare.
Altre specie di filaroidi come la Dirofilaria Repens o il Dipetalonema Reconditum sono più rare, infestano l’ospite con localizzazioni ectopiche (sottocute—> noduli) differenti dalla D. Immitis, usando vettori quali la zanzara stessa e la pulce.
N.B.: Le zanzare della specie Culex, Anopheles e Aedes sono i principali reservoir (serbatoio) per la propagazione delle Filarie sopra descritte.
L’animale malato trasmette l’infestazione solo quando albergherà nel torrente circolatorio sia la forma adulta maschile che femminile della filaria (macrofilarie), in grado di generare le microfilarie (L1) che andranno in circolo.
Quest’ultime trasportate dal sangue periferico, verranno assunte dalla zanzara durante il pasto di sangue.
Il ciclo evolutivo della Filaria è indiretto, cioè non in grado di passare direttamente da un animale all’altro, ma necessita di un ospite intermedio, appunto la zanzara, nella quale raggiungerà la maturità.
All’interno del corpo di questo artropode (zanzara), le microfilarie L1 muteranno (e matureranno) fino ad uno stadio infestante (L3) nell’arco di 20 giorni circa, pronte per essere inoculate in un altro animale sano.
Le L3 passeranno nel sottocute del cane, favorite da sostanze istamino-simili presenti nella saliva della zanzara, per poi migrare fino al collo, dove riusciranno ad entrare nelle grosse vene e per via ematica (attraverso il sangue) raggiungeranno la sede definitiva (cuore destro ed arterie polmonari).
Il periodo di prepatenza, ossia il tempo intercorso tra l’ingresso del patogeno (microfilaria L3) e la manifestazione dei primi sintomi, è pari a circa 6 mesi nel cane e 8 nel gatto.
La Filariosi cardiopolmonare è una malattia parassitaria, dove le macrofilarie (forme adulte mature) colonizzano come dicevamo, il cuore DX e le arterie polmonari dei nostri animali d’affezione (cane e gatto).
N.B.: Ricordiamo che seppur raramente, tale patologia può essere trasmessa all’uomo (zoonosi)! Fortunatamente NON risulta l’ospite adatto allo sviluppo di una microfilariemia “importante” data da D. Immitis (noduli polmonari), mentre forme adulte di D. repens possono insediarsi nel sottocute.
Durante il periodo di prepatenza (muta dell’agente infestante da L3 a L5 —> forma adulta) il cane ed il gatto NON mostreranno nessuna sintomatologia o quadro clinico evidente.
Dal momento in cui il parassita raggiungerà la sua sede definitiva, ecco che la malattia progredirà, portando l’individuo da uno stato di sofferenza iniziale fino alla morte (se non curata).
1)Terapia macrofilarica: trattamento per uccidere le forme adulte della Filaria; poco usato salvo casi eccezionali, in quanto ad elevato rischio per il paziente.
Elevata tossicità e scarsa efficacia dei farmaci usati; ostruzione del circolo sanguigno dovuto a masse di parassiti morti—> rischio tromboembolismo.
A tale scopo può essere necessaria una terapia chirurgica d’urgenza per eliminare i possibili ingombri parassitari.
2)Terapia microfilarica: trattamento usato per eliminare e controllare le forme larvali del parassita sia nella filariosi cardiopolmonare che nella forma sottocutanea (D. repens e Dipetalonema).
I farmaci d’elite usati appartengono alla famiglia dei lattoni macrociclici, quali ad esempio la milbemicina e l’ ivermectina, che verranno somministrati per via orale (tavolette masticabili) periodicamente con cadenza mensile al cane e gatto o in soluzione iniettabile (es. moxidectina) fatta dal veterinario a validità annuale o infine in formulazioni spot on (fialette) da applicare localmente alla base del collo (es. selenectina)
Questi piani profilassici impediscono al parassita (forma larvale) di insediarsi fin dall’inizio dell’infestazione.
Tali farmaci hanno azione retroattiva a copertura del mese precedente e possono essere dati ai nostri animali per TUTTE quelle stagioni, che prevedono la presenza delle zanzare (da Marzo/Aprile a Novembre in genere).
Importante: fate riferimento SEMPRE al vostro medico veterinario, che saprà consigliarvi la giusta terapia e/o prescrivere ogni anno, il farmaco antiparassitario adatto al vostro pet!
Ricordiamo che la prevenzione come spesso accade è il mezzo più razionale per affrontare questa patologia e bastano pochi minuti ed alcune gocce di sangue per diagnosticare o escludere la filariosi.
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